Assassinii Torture. Stupri. Violenze inenarrabili. Privazioni mortali di diritti. Quale contributo ognuno può dare per arrestate la spirale di odio e di vendetta alimentata all’infinito da vittime e carnefici?
È dinanzi a questo interrogativo che nasce il laboratorio “Trovare la pace in se stessi per cambiare il mondo”, un percorso che consente di aumentare la quantità di pace e di armonia nel mondo partendo proprio da noi stessi. L’osservazione delle piccole disarmonie racchiuse nell’animo di ciascuno e l’espressione di tali punti irrisolti o conflittuali, quali un litigio o un dispiacere, sono il punto di partenza del percorso. Parole da mettere su carta e foto atte a ritrarre nei colori e nelle forme le emozioni evocate dall’animo e sollecitate da una passeggiata nella natura, così da consentire all’animo di liberarsi dalle “impalcature”, dai timori e dai pregiudizi messi in campo dalla mente e di ricercare la cura del dolore avvertito dentro di sé. La soluzione del conflitto interiore è individuata come la sola risposta duratura per depotenziare, dalla base, un rancore che diventa sistema e innesca l’odio di cui è pieno il mondo.
Ideato dalla giornalista Giulia Calligaro e dalla fotografa Sara Magni, il laboratorio è stato realizzato per la prima volta con le due formatrici da COOPI in Trentino lo scorso 31 maggio, la mattina con gli alunni della classe II B della scuola secondaria di primo grado dell’IC Aldeno Mattarello (TN), grazie alla disponibilità della professoressa Tiziana Tomasini, e poi nel pomeriggio presso il Centro di Educazione alla Pace di Rovereto. Sono stati soprattutto i giovani a comprendere la necessità di rispondere all’odio, alla conflittualità in una maniera differente, prima trasponendo i propri sentimenti in una lettera rivolta alla persona con cui avevano litigato o da cui avevano avuto un dispiacere, poi in alcune righe indirizzate a se stessi in cui cercavano di cogliere l’aspetto positivo che quell’episodio aveva loro indicato. Proprio la messa in luce di aspetti del proprio carattere, timori e sentimenti da esplorare rappresenta l’essenza del laboratorio, teso a indicare la strada per vivere con maggiore armonia nella comunità, e dunque nel mondo, contribuendo a un appianamento dei conflitti.
Dal piccolo, dal litigio con un genitore o un amico, al più grande, ad esempio un’azione violenta dettata dall’odio etnico o dal risentimento familiare, si tratta dello stesso meccanismo di liberazione e di interruzione della spirale di guerra. Una strada percorribile da ciascuno di noi e che l’organizzazione COOPI con il suo “miglioriamo il mondo insieme” si propone sin dalla sua creazione.
Il laboratorio di COOPI Trentino fa parte di una serie di eventi realizzati al fine di sensibilizzare i giovani ai temi della sicurezza alimentare ed è inserito all’interno del progetto finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento nel Dipartimento di Dagana in Ciad.
Miriam Rossi
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